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Definisci il tuo modello di business: ecco come fare

Come definisci il tuo modello di business? Molto spesso mi capita di navigare su pagine ben scritte con ottimi contenuti di valore, graficamente gradevoli e usabili ma purtroppo nel 95% dei casi manca un richiamo all’azione (detta call-to-action). In pratica per qualsiasi pagina web è fondamentale avere un proprio scopo.

Mi spiego meglio; quando realizziamo un contenuto e lo pubblichiamo sul nostro sito occorre che rispondiamo a questa semplice, ma sostanziale, domanda: cosa voglio che faccia l’utente una volta atterrato su questa pagina?

Le possibilità sono molteplici e in funzione della risposta predisporremo la navigazione rivolta a quella call-to-action.

Ecco alcuni esempi:

  • Voglio che l’utente s’iscriva alla mia newsletter, quindi inserirò subito ben visibile il box di iscrizione alla newsletter e scriverò messaggi persuasivi che lo stimolino a registrarsi;
  • Voglio che l’utente mi contatti per richiedere un preventivo, allora renderò visibile immediatamente un modulo di contatto (web-form) e lo duplicherò anche al termine del contenuto in modo tale che l’occhio del visitatore “ci caschi” frequentemente;
  • Voglio che l’utente acquisti il mio prodotto, allora dovrò costruire un vero e proprio percorso di convincimento che porta l’utente a cliccare sul pulsante di acquisto e compiere il pagamento.

Man mano che leggi queste opportunità ti accorgi che i siti che “funzionano bene” hanno un modello di business e utilizzano proprio queste tecniche e guidano l’utente a compiere sempre l’azione predefinita. Naturalmente una pagina web potrebbe avere più call-to-action, il mio consiglio è comunque quello di creare un’azione principe e non più di altre due azioni servitrici.

Come ci orientiamo nelle scelte?

Questo perché per accompagnare il visitatore a compiere un evento è sempre meglio utilizzare la tecnica della scelta semplificata dove si propongono all’interlocutore un massimo di tre possibilità: difatti questa strategia è ottima per superare l’ossimoro del processo decisionale che dalla parte razionale è determinato dall’equivalenza “più possibilità = miglior scelta” ma al contrario la nostra mente messa di fronte a troppe eventualità inibisce ogni decisione perché s’innesca la “paura della perdita” (il timore di compiere la scelta sbagliata). 

Ultimo passo per definire le call-to-action è di stabilire qual è il tuo modello di business, cioè come intendi rendere remunerativa e appagante l’attività online. Questo perché quando andrai a realizzare le tue pagine, dovrai pilotare e persuadere l’utente a compiere il set di azioni predefinite che ti permettono di sostenerti, guadagnare e investire sui tuoi affari nel web.

Qual è il modello di business per chi realizza contenuti di valore?

  1. Donazione, ti affidi al buon cuore dei tuoi visitatori che trovando utili i tuoi contenuti saranno ben disposti di concederti qualche Euro di ricompensa. Un ottimo strumento per gestire le donazioni è il pulsante di Paypal.com (uno dei più famosi sistemi per i pagamenti online).
  • Micropagamenti, concedere gratuitamente agli utenti parte dei contenuti ma chiedendo un pagamento di pochi centesimi per l’utilizzo dei servizi (è la strategia che parecchi quotidiani e magazine tradizionali stanno adottando per l’online e il mobile)
  • Pubblicità, proprio come nell’advertising tradizionale su carta stampata e televisione, si contorna il contenuto di inserzioni pubblicitarie in tema agli argomenti trattati. Per la fase iniziale, cioè sino a quando non si avrà così tanto pubblico da poter gestire in autonomia la propria proposta promozionale, vanno molto bene le affiliazioni fra le più utilizzate e performanti ci sono: Google Adsense (www.google.com/adsense/) e Tradedoubler.com
  • Vendita indiretta, viene effettuata successivamente alla visita del contenuto e quindi risulta fondamentale raccogliere le informazioni sul visitatore per poterlo ricontattare successivamente con la proposta commerciale. Vi sono diverse forme di vendita indiretta, fra cui sicuramente è obbligo citare: lead generation (cioè la generazione di richieste di contatto/preventivo) e l’iscrizione alla newsletter (infatti si presuppone che la vendita avvenga successivamente, ogni volta che stimoliamo il destinatario con una nuova campagna email). 
  • Vendita diretta, creare info-prodotti e poi venderli tramite la creazione di pagine di vendita (landingpages) oppure creando un vero e proprio sito di commercio elettronico (e-commerce). Per entrambe le soluzioni lo strumento più semplice per gestire i pagamenti online è sempre Paypal.com
  • Vendita in abbonamento, renderai privati i tuoi contenuti di valore chiedendo un abbonamento mensile/annuale per accedere all’area riservata del tuo sito

Certamente non esiste un modello di business migliore, ma sicuramente c’è il modello perfetto che sposa in pieno le tue esigenze e soprattutto quelle del tuo pubblico. Come fare per scoprirlo? Testare, testare e testare!

Un abbraccio.

Michele De Capitani